Gli Etf

Sono strumenti finanziari negoziati su mercati regolamentati il cui obiettivo primario è replicare l’andamento di un indice di riferimento o di un determinato attivo sottostante. Le forme più conosciute sono gli ETF (Exchange Traded Funds), gli ETC (Exchange Traded Commodities) e gli ETN (Exchange Traded Notes). Possono essere usati per diversificare i rischi. sono quotati in mercati regolamentati;sono facilmente negoziabili come un azione nel corso degli orari di apertura degli scambi in borsa;vi sono soggetti (partecipanti autorizzati e market maker) che forniscono liquidità ai relativi mercati;hanno l’obiettivo di replicare fedelmente la performance dell’indice di riferimento o dell’attività sottostante.
Le tipologie più diffuse sono:
Exchange Traded Funds (ETF): sono particolari Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio) a gestione passiva che, come nel caso di acquisto di fondi comuni, rispondono ad una logica di diversificazione di portafoglio, consentendo l’accesso, tra gli altri, a: indici azionari (con classificazioni geografiche, settoriali, dimensionali, di stile, ecc.); indici su commodity; mercati obbligazionari; mercati monetari; indici di private equity; indici di fondi di hedge fund. Exchange Traded Commodities (ETC): consentono di investire in materie prime e differiscono dagli ETF perché non sono Oicr, ma titoli senza scadenza emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto nella materia prima o in contratti su merci stipulati dall’emittente con importanti operatori internazionali. Consentono l’accesso, tra gli altri, a: singole materie prime (ad es. oro, petrolio, prodotti agricoli, metalli industriali, ecc.); panieri di materie prime; Exchange Traded Notes (ETN): sono strumenti finanziari (più precisamente dei titoli senza scadenza, simili a obbligazioni senza cedola a lunghissima scadenza) a fronte dell’investimento diretto dell’emittente nel sottostante (diverso dalle commodities) o in contratti derivati sul medesimo. Gli ETN forniscono quindi accesso a un attivo o a un indice di riferimento utilizzando un titolo di debito non collateralizzato.
Che rischi comportano?
In considerazione del fatto che replicano i movimenti di prezzo dell’indice di riferimento o dell’attivo sottostante, gli ETP sono soggetti alla volatilità dei mercati sottostanti. Inoltre, per la loro particolare struttura, possono non essere in grado di replicare esattamente il sottostante (c.d. tracking error) e quindi può verificarsi uno scostamento di performance rispetto all’andamento del sottostante.Gli ETP vengono detti sintetici quando utilizzano uno strumento derivato (lo swap) per replicare l’andamento dell’indice oppure dell’attivo sottostante. L’uso del derivato espone l’ETP al rischio di inadempimento della controparte del derivato e per questo motivo molti ETP sintetici sono garantiti. Questa garanzia può aumentare i costi dell’investimento in ETP. Infine, gli ETN sono soggetti al rischio di credito dell’emittente e quindi influenzati dal rating creditizio dello stesso, in quanto non hanno attivi segregati (ovvero non vi è la possibilità di rivalersi su attività di elevata qualità appositamente destinate al riguardo) e, in genere, non sono collateralizzati, ovvero garantiti.